mercoledì 30 aprile 2014

Gomorra – La serie: il volto spietato e oscuro della nuova tv italiana

Il 6 maggio, in anteprima mondiale, arriva su Sky Atlantic, canale 110 di Sky, “Gomorra – La serie”, il kolossal televisivo in 12 episodi ispirato all’omonimo romanzo di Roberto Saviano e diretto dal tris di registi formato da Stefano Sollima, Francesca Comencini e Claudio Cupellini 



Nel 2006 il romanzo d’esordio del giornalista Roberto Saviano intitolato "Gomorra. Viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra", affresco del mondo criminale ed economico delle famiglie camorriste di Napoli, Casal di Principe e San Cipriano D’Aversa, diventò immediatamente un fenomeno letterario e un caso pubblico, vendendo milioni di copie in tutto il mondo e facendo diventare il suo autore una delle figure più in vista nel campo dell’informazione italiana e non solo. Due anni dopo il regista Matteo Garrone trionfava a Cannes con il film tratto dal romanzo, vincendo il Grand Prix della Giuria e ottenendo gli elogi di personalità quali Martin Scorsese, rimasto affascinato dalla pellicola del regista romano. 

Con queste premesse di successo consolidato e fama arriva ora "Gomorra – La serie", kolossal televisivo in 12 puntate ispirate al romanzo di Saviano, prodotte da Sky Atlantic in collaborazione con Cattleya, Fandango, La7 e Beta Film, che segna un esperimento produttivo unico nel panorama televisivo italiano. Ideata da Stefano Sollima, che ha scritto la sceneggiatura insieme a Stefano Bises e allo stesso Roberto Saviano, la serie trae spunto dal romanzo originale riprendendone le atmosfere e i temi ma concentrandosi su storie e personaggi completamente originali. Nella serie vediamo avvicendarsi i giochi di potere della famiglia Savastano, clan di spicco della camorra campana, che recluta i suoi uomini nel quartiere di Scampia e gestisce i suoi interessi in modo calcolato e freddo, senza curarsi delle perdite umane. Protagonisti della storia sono Pietro Savastano (Fortunato Cerlino), boss tutto d’un pezzo che non esita a sporcarsi le mani in prima persona quando necessario ma che non sa dire di no al figlio Gennaro (Salvatore Esposito), viziato rampollo del clan ancora estraneo agli affari di famiglia, Imma (Maria Pia Calzone), moglie di Pietro e madre di Gennaro, e Ciro (Marco D’Amore), amico di Gennaro e soldato fidato di Pietro. 

Marco D'Amore e Salvatore Esposito


Girata nel corso di un anno prevalentemente nei territori di Napoli e Caserta, ma toccando anche altre città come Roma, Milano, Ferrara e Barcellona, “Gomorra – La serie” è una produzione che prende spunto dal sistema televisivo americano, affidando a Stefano Sollima, ideatore, sceneggiatore e regista della maggior parte degli episodi, il ruolo di showrunner e demiurgo, creando in questo modo un prodotto dal taglio autoriale e coerente, potendosi avvalere inoltre dell’apporto artistico di altri due registi di spicco del panorama cinematografico italiano: Francesca Comencini e Claudio Cupellini. La serie ha infatti la particolarità di cambiare più volte punto di vista nel corso degli episodi, facendo coincidere lo sguardo del personaggio in esame con quello di un differente autore dietro la macchina da presa: quando il centro dell’attenzione è Ciro a dirigere è Sollima, quando invece è Imma c’è la mano della Comencini e quando invece il fulcro è Gennaro interviene allora Cupellini. Grazie a questa gestione della storia e dei personaggi la serie assume la valenza di un vero e proprio romanzo che si immerge a piene mani nella realtà più oscura e sfaccettata dell’Italia, costruendo un racconto che colpisce per la sua durezza e per lo spietato realismo, sottolineato dall’uso costante del dialetto napoletano. 

Proprio di “confronto spietato col vero” ha parlato Riccardo Tozzi, presidente di Cattleya, presente alla conferenza stampa di presentazione della serie svoltasi a Roma: “Questa serie non ha bisogno del didascalismo e del buonismo che impera nella tv italiana classica” ha detto Tozzi, che ha continuato: “Non c’è però nemmeno il compiacimento nel mostrare la violenza. Il linguaggio che usiamo è nuovo e moderno e abbiamo compiuto la scelta precisa di non permettere al pubblico di identificarsi con questi personaggi che non sono mitizzati”. Uno dei fatti che più colpisce della serie è proprio questo: i personaggi sono complessi e spesso sgradevoli, mostrati nella loro quotidianità e per questo privi di quel fascino o di quell’aura di mito che avvolgeva i protagonisti di "Romanzo Criminale – La serie", altro prodotto di successo creato dallo stesso team artistico e produttivo. Ha sottolineato questo punto anche Andrea Scrosati, vice presidente esecutivo della programmazione di Sky Italia, dicendo: “Se qualcuno prova anche solo un briciolo di empatia per uno dei personaggi ha dei serissimi problemi!” ed evidenziando poi ulteriormente le differenze con “Romanzo Criminale – La serie”: “Romanzo Criminale era una storia più romanzata, un racconto in costume di fatti ormai lontani nel tempo, in cui c’era più spazio per giudizi morali e per costruire una storia più accattivante. Qui invece l’approccio è opposto: abbiamo ridotto a zero la mitizzazione dei personaggi e lavorato sulla realtà, che è molto più complessa della fiction”. 

Fortunato Cerlino


La serie scava infatti nel sottobosco della criminalità organizzata campana fornendo un punto di vista completamente crudo e spietato, come ha sottolineato Stefano Sollima: “Il punto di vista principale è quello interno: se avessimo affidato la narrazione a un poliziotto o a un giudice ci sarebbe stato già a monte un giudizio morale. Noi invece volevamo dare un quadro realistico di ciò che accade realmente tutti i giorni per le strade di quei luoghi, senza dimenticare però tutte quelle persone che sono vittime di questo sistema e che soffrono nel vedersi rappresentate da questi personaggi. E’ un racconto molto complesso”.

Grazie a un estratto video, che fa parte di una lunga intervista che andrà in onda il 29 aprile alle 22.05 su Sky Atlantic, anche Roberto Saviano ha detto la sua sulla serie, soffermandosi soprattutto sul palcoscenico in cui si svolge la vicenda, Scampia: “Il cemento di Scampia è la descrizione geopolitica di un paese” ha detto lo scrittore, che ha continuato: “Scampia non è una quinta: è un personaggio. In questa serie non c’è l’esaltazione epica dei personaggi, li vediamo per quello che sono: delle persone che vivono le loro miserie quotidiane. Non credo che ci sia pericolo di emulazione: quei fatti già avvengono. Spesso sono stato additato come sconveniente perché racconto questi fatti, mentre spesso chi è protagonista di essi non viene percepito come scandaloso: una cosa che mi sembra assurda. Con questa serie spero che la gente capisca che un libro, un film o un’opera possono davvero cambiare le cose e raccontare la verità”. 

Salvatore Esposito, Fortunato Cerlino e Maria Pia Calzone


Scrittura di alto livello, produzione che non si risparmia sui mezzi, facendo un ottimo uso di filtri e scenografie (la casa del boss protagonista è la vera dimora di una famiglia camorrista), regia curatissima e un cast di attori straordinari, che, come ha ricordato Marco D’Amore, interprete di Ciro, sono tutti provenienti da un territorio, quello campano, fucina di talenti che spesso però non hanno sbocchi, proprio per la mancanza di fondi e organizzazioni causata di riflesso anche dalla criminalità organizzata, e che meritano invece più attenzione, “Gomorra – La serie” si annuncia come una delle produzioni più interessanti nel panorama televisivo italiano e non solo: la serie è infatti stata già acquistata in più di 40 paesi ed è pronta a invadere il mercato tedesco, inglese e americano. 

“Gomorra – La serie” arriva il prossimo 6 maggio su Sky Atlantic, canale 110 di Sky, trasmessa in prima serata alle 21:10 e in seguito in chiaro su La7.




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mercoledì 23 aprile 2014

Top ten – la classifica dei più… strani

Detective affetti da ipocondria come Monk (Tony Shalhoub), medici dal carattere impossibile come House (Hugh Laurie), analisti della scientifica con la faccia da bravi ragazzi di giorno e serial killer efferati di notte come Dexter (Michael C. Hall), e ancora scienziati con manie di grandezza, vulcaniani che danno il cinque a modo loro, nerd appassionati di fantascienza e giochi di ruolo: il mondo della televisione è pieno di personaggi che in inglese sarebbero definiti “freaks” o “weirdos”, ovvero strambi ed eccentrici. Che sia per il loro modo di vestire o parlare, per le loro passioni o per i loro comportamenti non proprio ordinari, i personaggi eccentrici, spesso comprimari, finiscono per diventare l’anima di una serie e i preferiti del pubblico. Vediamo quindi quali sono i 10 eccentrici che hanno fatto la storia della televisione. 


10 SAUL GOODMAN - BREAKING BAD (2008 - 2013) 
Parlantina frenetica, gestualità fuori controllo, sorriso smagliante sempre pronto e completi dai colori sgargianti accostati in modo improbabile: Saul Goodman (Bob Odenkirk) sembra un presentatore eccentrico di vendite televisive con passioni singolari come il lasertag e i massaggi, invece è un avvocato specializzato in consulenza a criminali e killer che riceve in uno studio a forma di antico tempio greco. Un eccentrico che, nonostante gli assurdi spot pubblicitari di cui è protagonista, sa il fatto suo, tanto da essersi meritato uno spin-off, intitolato "Better call saul", tutto dedicato a lui che arriverà presto in tv. 




9 YETTA - LA TATA (1993 - 1999) 
Occhiali da sole spessi come fondi di bottiglia, capelli dai riflessi azzurrini cotonati a tal punto da sfidare la forza di gravità, giacche dalle sfumature improbabili ricoperte di paillettes e l'immancabile marsupio: Yetta (Ann Morgan Guilbert), la svagata e caustica zia di Francesca (Fran Drescher), la protagonista di "La Tata", potrebbe tranquillamente sembrare uno dei travestimenti umani usati dagli alieni di "Men in Black". Un concentrato di stranezza e ironia pungente. 




8 STEVE URKEL - OTTO SOTTO UN TETTO (1989 - 1998) 
Occhiali dalla montatura spessa, polo colorate, calzettoni bianchi di spugna e bretelle: se fosse un personaggio di una serie tv contemporanea oggi sarebbe un hipster, mentre invece a fine anni '80 Steve Urkel (Jaleel White) era il nerd sfigato per eccellenza. Eccentrico e invadente vicino di casa della famiglia Winslow, genio informatico e meccanico, il personaggio di Steve, caratterizzato dalla frase "sono stato io a fare questo?!", sempre pronunciata dopo uno dei suoi immancabili disastri, era stato pensato per apparire in un solo episodio della serie "Otto sotto un tetto", ma, grazie alla sua simpatia e alla mimica folle dell'attore Jaleel White, è diventato ben presto il protagonista, attirando tutta l'attenzione e l'affetto del pubblico su di sé. 




7 PHOEBE BUFFAY - FRIENDS (1994 - 2004) 
Phoebe Buffay (Lisa Kudrow) è una dei sei storici protagonisti di "Friends" e uno dei personaggi più stravaganti mai visti in tv: dovendo affrontare un'infanzia difficile, segnata da lutti e abbandoni, Phoebe è rimasta molto infantile e ingenua anche in età adulta. La ragazza crede a Babbo Natale, è vegetariana, animalista e ambientalista (tanto da organizzare funerali in onore dei fiori morti), crede nei fantasmi e nella reincarnazione, non crede nella teoria dell'evoluzione ed è molto aperta a qualsiasi relazione. Massaggiatrice di professione, Phobe indossa sempre abiti particolari ispirati agli hippies anni '60 e la sua più grande passione è suonare la chitarra: nel corso della serie si esibisce spesso al bar Central Perk cimentandosi in canzoni nonsense di cui una delle più famose è "Gatto Rognoso". 




6 BARNEY STINSON - HOW I MET YOUR MOTHER (2005 - 2014) 
Donnaiolo, manipolatore, prestigiatore, rigorosamente vestito in giacca e cravatta: Barney Stinson (Neil Patrick Harris) è il classico personaggio spalla che, vista la sua strabordante personalità, e grazie soprattutto al carisma e al talento poliedrico dell'attore Neil Patrick Harris, è diventato il vero centro comico della serie. Amico del protagonista di "How I met your mother" Ted (Josh Radnor), Barney è un seduttore impenitente, un prestigiatore, appassionato di lasertag e "Star Wars", e assiduo frequentatore di strip club. L'attività principale di Barney è conquistare quante più donne possibile: le sue tecniche di seduzione sono raccolte nel testo "The Playbook", che elenca come fossero ricette tutti i suoi stratagemmi al limite, e molto spesso al di là, della follia pura. Barney è però anche un amico leale, tanto da aver stilato una serie di regole per un'amicizia perfetta raccolte nel volume "The Bro Code". L'impatto del personaggio nella televisione contemporanea è stato talmente forte che molte delle sue battute tormentone, come "suit up!" (metti il completo), "challenge accepted!" (sfida accettata) e "it's gonna be legend...wait for it...dary!" (sarà leggen...ora arriva...dario), sono entrate nell'uso quotidiano. 




5 SHELDON COOPER - THE BIG BANG THEORY (2007 - in corso) 
Fisico teorico, aspirante premio Nobel, nerd all'ennesima potenza: appassionato di fantascienza, videogiochi, giochi di ruolo e soprattutto fumetti, Sheldon Cooper (Jim Parsons) ha reso popolare la figura del secchione appassionato di "Star Wars" e imbranato in qualsiasi attività fisica. Non solo, Sheldon è anche un concentrato di stranezze e patologie comportamentali: ossessivo, incapace di capire l'ironia, totalmente asessuato e puntiglioso fino all'esasperazione, il protagonista di "The Big Bang Theory" fa impazzire i suoi comprimari e ridere fino alle lacrime il pubblico, che adora le sue manie, come bussare sempre tre volte alla porta e cantare canzoni quando è malato. 




4 LA SIGNORA DEL CEPPO - TWIN PEAKS (1990 - 1991) 
L'universo di "Twin Peaks" è interamente popolato da figure strambe e inquietanti, ma, tra la folla di figure pittoresche, una emerge in particolare: l'enigmatica Signora Ceppo (Catherine E. Coulson), insegnante di danza in pensione che non si separa mai da un ciocco di legno con cui ha stabilito un legame psichico e che le consente di avere delle visioni e predire il futuro. Toccando il pezzo di legno la Signora Ceppo, al secolo Margaret Lanterman, predice anche lo sfortunato destino di Laura Palmer (Sheryl Lee). Una figura assurda e inquietante creata dalla fantasia irrefrenabile del regista David Lynch, ideatore della serie. 




3 WALTER BISHOP - FRINGE (2008 - 2013) 
Genio a tutto tondo, esperto di medicina, fisica, elettronica, biologia e genetica, amante della musica (il suo artista prediletto è David Bowie), assiduo consumatore di droghe lisergiche e grande appassionato di gastronomia (soprattutto dolci), Walter Bishop (John Noble) è uno dei personaggi più stravaganti e geniali mai visti sul piccolo schermo. Rinchiuso per 17 anni in un manicomio a causa della sua ambizione che lo ha portato a fare esperimenti estremi, Walter, pur avendo un passato da scienziato geniale e quasi malvagio, è come un ragazzino che non si rende conto di fare e dire cose considerate socialmente sconvenienti, come girare nudo per casa. Grazie all'estro degli sceneggiatori che hanno sviluppato il personaggio in modo da fornirne almeno quattro versioni differenti, e al talento impressionante di John Noble, che ha saputo dare infinite sfumature a Walter, il personaggio dell'eccentrico scienziato è diventato il fulcro sia drammatico che comico di "Fringe". 




2 GLI ADDAMS - LA FAMIGLIA ADDAMS (1964 - 1966) 
Gli Addams, singolare famiglia che vive in un maniero allo 0001 di Cimitery Lane, è il clan di freak per eccellenza della tv. Nati dalla fantasia del fumettista Charles Addams, i membri della famiglia Addams si distinguono per il loro abbigliamento rigorosamente nero, per il loro aspetto dark che richiama i protagonisti dei film horror e per il loro umorismo nero. La sigla della serie tv e i protagonisti stessi - il patriarca Gomez, la madre Morticia, la piccola Mercoledì, lo zio Fester, il maggiordomo Lurch, il cugino Itt e la sfuggente Mano - sono diventati iconici e ancora oggi figurano tra le maschere di Halloween più gettonate. Nella loro eccentricità gli Addams hanno però un loro ferreo codice morale, a differenza dei loro più allegri vicini, caratteristica che li fa apparire forse ancora più strani. 




1 THE DOCTOR - DOCTOR WHO (1963 - in corso) 
Il Signore del tempo, un alieno che viaggia attraverso il vortice temporale con il TARDIS, la sua macchina senziente a forma di cabina telefonica blu della polizia, con cui si sposta nel tempo e nello spazio, che non invecchia e può rigenerarsi assumendo di volta in volta un aspetto diverso, e che si fa chiamare semplicemente "Il Dottore", è senza dubbio il personaggio più eccentrico della televisione. Nato televisivamente parlando nel 1963, Il Dottore ha viaggiato in ogni luogo, pianeta e angolo dell'universo, attraversando ogni epoca e incontrando le creature più strane che si possano immaginare. Grazie al reboot della serie del 2005, Il Dottore continua a salvare mondi ancora oggi, vincendo dunque anche il premio di personaggio più longevo. Caratterizzato da un'intelligenza straordinaria, da competenze scientifiche sorprendenti e da un senso dell'umorismo acuto e molto inglese, Il Dottore è stato interpretato fino ad ora da dodici attori diversi, che hanno contribuito tutti ad aumentare ed esaltare la sua stranezza e unicità, anche nell'aspetto e nell'abbigliamento.




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venerdì 18 aprile 2014

Coachella 2014: Hollywood party

Sfilata di star al Coachella Valley Music and Arts Festival: attori, cantanti e modelle tutti riuniti sotto il segno del rock 

Beyoncé e Solange Knowles


Anche quest’anno, sulla scia dell’arrivo della primavera, si è svolto in California il Coachella Valley Music and Arts Festival, ormai noto semplicemente come Coachella, manifestazione musicale che si celebra agli Empire Polo Fields di Indio, dove per tre giorni consecutivi i più grandi nomi della scena musicale mondiale si esibiscono per una serie di concerti non stop. Dal 1999, anno del suo debutto, il festival è cresciuto esponenzialmente, triplicando date, ospiti e spettatori, diventando in quindici anni un punto di riferimento della cultura pop americana e non solo. 

Paul McCarthney

Jared Leto



Ricchissima quest’anno l’offerta musicale: sei giorni di concerti suddivisi nel weekend dell’11, 12 e 13 aprile e bis in quello del 18, 19 e 20, con un elenco impressionante di artisti, tra cui spiccano Muse, Arcade Fire, Beck, Lana Del Rey, Pharrell Williams, Queens of the Stone Age, Outkast, White Lies, Mogwai, Pet Shop Boys, Skrillex, Empire of the Sun e Fatboy Slim. Un’occasione musicale talmente accattivante da non lasciare indifferenti nemmeno divi del cinema e star della tv: da anni ormai il Coachella Festival è infatti diventato luogo di ritrovo per diverse celebrità, che giungono in massa per assistere agli spettacoli dei loro idoli. Le star qui si mescolano ai ragazzi giunti in massa per ascoltare buona musica e fanno sfoggio dei loro outfit più bohemien e casual indossando tuniche, calzoncini di jeans, sandali, cappelli di paglia e tuniche colorate. 

Steven Tyler

Katy Perry



Quest’anno la diva per eccellenza è stata Beyoncé, che ha raggiunto a sorpresa sul palco la sorella Solange, regalando un’esibizione inaspettata ai fortunati presenti. Tra il pubblico sono stati avvistati altri pezzi grossi della musica: Paul McCarteny, Steven Tyler (vestito in stile Jack Sparrow), Katy Perry e Jared Leto hanno assistito ai concerti per una volta da spettatori. Tra i divi del cinema il più inseguito è stato Leonardo DiCaprio, che con il suo buffo modo di ballare ha attirato ancora di più l’attenzione su di sé. 

Leonardo DiCaprio
Vanessa Hudgens



Moltissime le star della tv presenti: i protagonisti di “The Vampire DiariesNina Dobrev e Paul Weasley, Dianna Agron di “Glee”, Ashley Benson di “Pretty Little Liars”, David Hasselhoff, il Mitch di “Baywatch”, e Aaron Paul, la star di "Breaking Bad". 

Aaron Paul
Emmy Rossum e Fergie



Non sono mancate anche modelle e celebrità della tv, come gli angeli di Victoria’s Secrets Alessandra Ambrosio e Rosie Huntington-Whiteley, Cara Delevigne e Paris Hilton

Cara e Poppy Delevigne e Sienna Miller
Alessandra Ambrosio



Non solo i più giovani e scatenati si sono uniti alle danze: anche star come Michelle Pfeiffer e Daryl Hannah hanno seguito gli show.

Kate Capshaw e Michelle Pfeiffer

Daryl Hannah


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giovedì 17 aprile 2014

Nemici sul set vicini nella vita: Lena Headey e Pedro Pascal di “Game of Thrones” innamorati

Lena Headey e Pedro Pascal, rispettivamente Cersei Lannister e Oberyn Martell, protagonisti di “Game of Thrones”, fuori dal set hanno trovato una forte affinità 



Galeotto fu il set: circa sette mesi fa, l’attore cileno Pedro Pascal è entrato a far parte del cast della quarta stagione di “Game of Thrones”, ottenendo il ruolo di Oberyn Martell, nobile appartenente alla casata Dorne, soprannominato Vipera Rossa e nemico dei Lannister. Giunto sulle spiagge di Dubrovnik, in Croazia, dove si svolgono le riprese riguardanti le vicende che hanno luogo ad Approdo del Re, l’attore si è immediatamente integrato con il resto del cast, come dimostrano le foto postate sui profili Instagram dei colleghi. I più attenti hanno subito notato che la frequenza di foto che ritraggono Pascal insieme a Lena Headey, interprete di Cersei Lannister, temibile regina appartenente alla casata nemica del personaggio interpretato dall’attore cileno, col tempo si sono fatte sempre più frequenti. 

La coppia di attori si è mostrata affiatata e, grazie anche all’intenso servizio fotografico pubblicato sulla rivista Hunger Magazine, i fan hanno cominciato a nutrire il sospetto che tra i due ci fosse qualcosa di più di semplice cameratismo tra colleghi. La coppia ha gettato ulteriore benzina sul fuoco festeggiando insieme il compleanno di lui e postando su Instagram frasi d’amore di Pablo Neruda. Oggi è arrivata la conferma ai sospetti: sul suo profilo Instagram, Lena Headey ha postato una foto che la ritrae insieme a Pascal accompagnata dalla scritta “sunshine love” (amore del sole). Nemici sul set ma vicini nella vita: “Game of Thrones” per una volta è fonte di colpi di scena a lieto fine.


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venerdì 11 aprile 2014

Magic City: se Mad Men incontra Boardwalk Empire

Il 9 aprile arriva su Sky Atlantic “Magic City”, serie sull’ambizioso propietario di un hotel di lusso, interpretato da Jeffrey Dean Morgan, nella Miami di fine anni ’50, tra gangster, Frank Sinatra e glamour in stile età dell’oro di Hollywood 



Spiagge infuocate, piscine cristalline, donne sinuose fasciate in abiti da sogno, la voce calda e vellutata di Frank Sinatra: siamo a Miami, alla fine del 1958, Ike Evans, ambizioso proprietario del Miramar Playa, hotel di lusso della città, sta organizzando la festa per l’ultimo dell’anno. La lista degli invitati è quella delle grandi occasioni, politici, stelle di Hollywood, tutti vogliono venire a sentir cantare Frank Sinatra nel lussuoso hotel di Ike. Ma la minaccia di scioperi e intoppi spinge Ike a legarsi mani e piedi con Ben Diamond, gangster della città dai metodi non proprio ortodossi. 

Luci soffuse, bar fumosi, femme fatales dalle labbra color fuoco: questa è “Magic City”, serie tv creata dal regista e sceneggiatore Mitch Glazer, nato e cresciuto a Miami, per il canale Starz, in cui si racconta l’afosa e ambigua città della Florida attraverso gli occhi di uomini e donne della fine degli anni ’50 che sembrano usciti direttamente da un film della Hollywood dei tempi d’oro. In “Magic City” tutto è elegante e prezioso: dagli abiti scintillanti delle donne, alle auto d’epoca fino all’impressionante e dettagliata ricostruzione di interni e scenografie. Una confezione davvero sontuosa e ricercata quella di “Magic City”, che ricorda immediatamente quella di “Mad Men”, serie AMC sui pubblicitari degli anni ’60, cui si aggiunge anche la suggestione di “Boardwalk Empire”, la serie HBO ambientata ad Atlantic City durante il proibizionismo creata da Martin Scorsese, visto l’intreccio che vede protagonisti gangster e criminali. 

Jeffrey Dean Morgan è Ike Evans


Jeffrey Dean Morgan, il Denny Duquette di “Grey’s Anatomy” e John Winchester in “Supernatural”, è il volto virile e affascinante di Ike Evans, centro motore della storia, imprenditore ambizioso e disposto a tutto pur di salvare i suoi interessi; ad affiancare il protagonista una schiera di donne bellissime, a cominciare da Olga Kurylenko, che interpreta Vera, ex show girl e moglie di Ike. Nei panni del cattivo della situazione c’è Danny Huston, che dà volto a Ben Diamond, gangster che cerca di impossessarsi dell’hotel di Ike e che avrà più di un motivo per odiare la sua famiglia quando il primogenito di Evans, Stevie (Steven Strait), comincerà una relazione segreta con la sua donna trofeo, la sirena Lily (Jessica Marais). 

Relazioni torbide, tanti nudi, ricostruzione storica curatissima e attori affascinanti: la confezione di “Magic City” è impeccabile e sopperisce a una mancanza di sviluppi incisivi nella trama, puntando tutto sulla costruzione di un’atmosfera che ha la consistenza impalpabile di un sogno alcolico e fumoso, come quella del lussuoso bar del Miramar Playa hotel, con gli oblò azzurri divenuti subito simbolo della serie targata Starz. 

La prima stagione di “Magic City”, composta da otto episodi, arriva in Italia dal 9 aprile con il primo episodio, mentre i successivi andranno in onda ogni lunedì alle 21:10 a partire dal 14 aprile sul nuovo canale Sky Atlantic.


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giovedì 10 aprile 2014

The Crazy Ones: il ritorno in tv di Robin Williams

Il 10 aprile su Sky Atlantic arriva “The Crazy Ones”, commedia creata da David E. Kelley, papà di “Ally McBeal”, che fa il verso a “Med Men” e segna il ritorno in tv di Robin Williams a 30 anni da “Mork and Mindy” 



Clienti in cerca dell’immagine giusta, campagne pubblicitarie accattivanti, grattacieli con vetrate enormi, uffici arredati con gusto moderno ed essenziale: non siamo nella New York anni ’60 di “Mad Men”, ma nella Chicago contemporanea, e il pubblicitario protagonista non ha lo charme spietato del Don Draper interpretato da Jon Hamm, ma l’estro comico inarrestabile e istrionico di Robin Williams. “The Crazy Ones”, nuova commedia targata CBS, creata da David E. Kelley, papà di “Ally McBeal”, “Chicago Hope” e “Boston Legal”, già dal nome si pone come doppio ironico di “Mad Men”, il dramma della AMC creato da Matthew Weiner, raccontando da un punto di vista più leggero il mondo spietato e folle della pubblicità. 

Protagonista di “The Crazy Ones” è Simon Roberts, pubblicitario di grido dallo humor disarmante e incontenibile, interpretato dal premio Oscar Robin Williams, che grazie a questo ruolo torna in tv a 30 anni di distanza da “Mork and Mindy”, sitcom in cui interpretava un alieno che gli ha donato fama mondiale. In “The Crazy Ones” Williams è l’anti-Don Draper: i completi eleganti sono gli stessi, ma lo spirito e la follia sono agli opposti: nella serie l’attore si cimenta in balli, canti e battute a raffica, facendo sfoggio di tutta la sua fisicità e incontenibile verve comica. A tenere sotto controllo il furore comico di Williams c’è Sarah Michelle Gellar, la Buffy di “Buffy l’ammazzavampiri”, che interpreta Sydney Roberts, figlia di Simon, molto più rigida e sobria del padre, con cui gestisce l’agenzia pubblicitaria. Per stessa ammissione della Gellar, l’attrice ha letteralmente perseguitato la produzione per poter ottenere il ruolo di Sydney e così coronare finalmente il sogno di recitare accanto a uno dei suoi miti, Robin Williams. L’ammirazione della Gellar per Williams ha certamente giovato a rendere palpabile la chimica tra i due, facendo risultare credibile il particolare rapporto padre-figlia dei Roberts che diventa presto il fulcro della serie. 

Tra i due poli rappresentati da Williams e Gellar si inseriscono altri tre personaggi chiave: Lauren, interpretata da Amanda Setton, già vista in “Gossip Girl”, segretaria un po’ svampita; Andrew, che ha il volto di Hamish Linklater, Jerry Dantana in “The Newsroom”, copywriter che cerca disperatamente di entrare nelle grazie di Simon e Zach, l’attore James Wolk, che proprio in “Mad Men” ha interpretato l’ambiguo Bob, copywriter prediletto da Simon, donnaiolo e sicuro di sé. 

Gag, situazioni assurde, dialoghi al limite del demenziale, prove fisiche, balletti, cori, battute sparate a velocità impressionante e diverse guest star (come la cantante Kelly Clarkson): “The Crazy Ones” fornisce un ritratto folle e allo stesso tempo allegro di un mondo, quello della pubblicità, che offre spunti di riflessione interessanti sulle stranezze della società e allo stesso tempo bilancia l’humor esplosivo con momenti più emotivi, soprattutto grazie al personaggio interpretato dalla Gellar, in cui il rapporto tra padri e figli crea un’atmosfera più intima. 

La prima stagione di “The Crazy Ones”, composta da 22 episodi da 25 minuti l’uno, arriva in Italia su Sky Atlantic, canale 110 di Sky, a partire dal 10 aprile alle 20.15.


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giovedì 3 aprile 2014

Finale discusso per ‘How I met your mother’

Negli Stati Uniti la serie “How I met your mother” è appena terminata con una doppia puntata che ha lasciato di stucco i fan 




Nove anni fa, nell’ormai lontano 2005, esattamente un anno dopo la conclusione di “Friends”, sitcom da cui ha preso il maggiore spunto e di cui si è dichiarata fin da subito naturale erede, esordiva sugli schermi televisivi americani “How I met your mother”, creata da Craig Thomas e Carter Bays, commedia sulle avventure di cinque amici ventenni a New York. Il filo conduttore della storia è il racconto di Ted Mosby (Josh Radnor), affermato architetto, che nell’anno 2030 decide di raccontare ai suoi figli la storia di come ha conosciuto la loro madre: un intento dichiarato fin dal titolo. 

La cornice di “How I met your mother”, seppur originale e sempre presente, è stata però la scusa per raccontare le gag e le avventure di un gruppo di personaggi che da subito è riuscito a fare breccia nel cuore del pubblico: il già citato Ted, eterno romantico un po’ pedante, Lily (Alyson Haningan), estroversa maestra elementare dalle aspirazioni artistiche, il suo fidanzato Marshall (Jason Segel), gigante dal cuore buono e futuro dottore in legge, Robin (Cobie Smulders), bella e risoluta giornalista canadese e infine Barney Stinson (Neil Patrick Harris), incallito playboy e uomo d’affari. 

Nel corso della serie Ted e soci sono cresciuti, hanno subito molti cambiamenti, hanno conosciuto decine di persone e sono rimasti sempre uniti, intraprendendo letteralmente un percorso insieme ai propri spettatori, grazie anche al sapiente dosaggio di commedia e dramma. 

Il forte impatto che la serie ha avuto sulla cultura pop è palpabile e dovuto principalmente alla capacità degli autori di costruire una mitologia riconoscibile, continuamente rimarcata e autocitata, e di regalare alcuni tormentoni entrati di diritto nell’uso comune, forniti principalmente dal personaggio di Barney Stinson, genio comico baciato dall’ “effetto Fonzie”, trasformandosi da spalla iniziale a centro della serie. Il manuale di seduzione, “The Playbook”, e quello sull’amicizia, “The Bro Code”, scritti da Barney, i suoi stratagemmi al limite della follia, la cravatta con le paperelle di gomma, le sue frasi caratteristiche – “it’s gonna be legend…wait for it…dary!” (sarà leggen…ora arriva…dario!), “suit up!” (mettiti il vestito!) e “challenge accepted!” (sfida accettata!) – hanno fatto scuola. Perle geniali come la lotta con la capra, la trovata dell’ombrello giallo, quella della sfida di schiaffi e Robin Sparkles, l’alter ego musicale di Robin, hanno fatto il resto.




Non stupisce dunque che, nonostante gli autori abbiano, dalla sesta stagione in poi, annacquato eccessivamente la serie, ci fosse grande attesa per il finale di “How I met your mother”. La nona e ultima stagione, concentrata tutta nel weekend del matrimonio tra Barney e Robin, trovata quanto mai ammirevole, sembrava conclusa con il penultimo episodio: Ted si trasferisce a Chicago, Marshall e Lily hanno un secondo figlio e Robin e Barney si sposano, infrangendo per sempre i sogni d’amore di Ted, nati rubando un corno francese blu da un ristorante per quella che credeva la donna della sua vita: Robin appunto. Invece gli autori hanno voluto mischiare le carte un’ultima volta, fornendo al pubblico diversi colpi di scena che hanno spiazzato anche i fedelissimi. 

Se ancora non avete visto il finale di “How I met your mother” è meglio che smettiate di leggere. 

Comunque, che il finale sia piaciuto o no, è innegabile riconoscere a questa serie il merito di aver portato alla ribalta dei personaggi straordinari, Barney su tutti, e di aver mostrato la bravura di attori poliedrici come Neil Patrick Harris, Jason Segel e Cobie Smulders, talenti comici straordinari in grado di far affezionare il pubblico a tal punto da considerarli come amici di famiglia, proprio come se a ogni bevuta nel MacLaren’s pub, locale storico della serie, si fossero seduti di volta in volta anche tutti gli spettatori. 


IL FINALE DI HOW I MET YOUR MOTHER [attenzione SPOILER]

L’ultimo episodio di “How I met your mother”, una speciale doppia puntata, mischia ancora una volta le carte: Barney e Robin si sono sposati, Marshall e Lily hanno fatto pace e sono in attesa del secondo figlio e Ted è pronto a trasferirsi a Chicago. Il gruppo si saluta, tutti sono molto tristi, poi però succede l’impensabile: al matrimonio Ted conosce finalmente Tracy (Cristin Milioti), la misteriosa ragazza con l’ombrello giallo che ha inseguito per anni e che si rivela essere proprio la madre del titolo. Grazie a Tracy Ted decide di rimanere a New York, le chiede di sposarlo e ha i due figli che si sono visti per nove stagioni a ogni inizio puntata. Fino a qui nulla di nuovo. 

Ted e la madre si incontrano al matrimonio di Robin e Barney


E’ qui però che gli autori fanno compiere un ultimo ottovolante emotivo ai suoi personaggi e al loro pubblico: tre anni dopo il matrimonio, nel 2015, le cose non vanno bene come tutti hanno sperato. Marshall ha dovuto rinunciare all’incarico di giudice e odia il suo lavoro, Ted non si è ancora sposato e Barney e Robin hanno divorziato. Ebbene sì: un’intera stagione basata su un matrimonio sfumato in appena tre anni e in poco più di quindici minuti di puntata. La causa? Il lavoro di Robin, che la porta ai quattro angoli del mondo, e l’istinto da seduttore mai sopito di Barney. Ma non è finita: Lily e Marshall hanno un terzo figlio, sono quindi costretti a cambiare casa e ad abbandonare lo storico appartamento della serie, Robin si allontana dal gruppo e Barney torna a essere un playboy a tempo pieno, riesumando addirittura il suo manuale di seduzione, che diventa “The Playbook II”.

Essere un playboy incallito comporta però dei rischi: una delle tante conquiste di Barney rimane incinta e gli dà una figlia, Ellie. Per la prima volta Barney può dire di amare incondizionatamente e totalmente una donna. 

Barney diventa padre


Nel frattempo Marshall riesce finalmente a diventare giudice e Ted e Tracy, dopo sette anni di fidanzamento e due figli, si sposano: è il 2020. 

Marshall diventa giudice


La storia sembrerebbe finire qui, invece, negli ultimissimi minuti, “How I met your mother” si gioca il ribaltone finale; conclusa la storia dell’incontro con la madre, avviene la scioccante rivelazione: Tracy, la madre del titolo, colei che è stata inseguita per nove stagioni, è morta. Uscita di scena a causa di una malattia, Tracy è solo un ricordo nei racconti di Ted. La serie avrebbe potuto concludersi qui, ma c’è tempo per un’ulteriore sorpresa: a sei anni dalla morte di Tracy, ovvero quando comincia a raccontare la storia ai suoi figli, Ted chiede loro il permesso di poter tornare a frequentare Robin, suo eterno primo amore mai dimenticato. Così, nell’ultimo minuto della serie, nel 2030, a 25 anni di distanza dall’inizio della storia, si torna al punto di partenza: un uomo cerca di far impressione sul suo grande amore con un corno francese blu. Questa volta però avrà più fortuna.

la scena finale di How I met your mother



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